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Glossario

Accumulo

L’accumulo serve a conservare l’energia rinnovabile prodotta ma non immediatamente utilizzata, per esempio quella prodotta da un impianto fotovoltaico  sul tetto di un’abitazione durante le ore del giorno in cui gli inquilini sono a lavoro. L’energia viene immagazzinata per poterla usare nei momenti di bisogno, come la sera o nei giorni nuvolosi. I sistemi di accumulo più utilizzati sono le batterie elettrochimiche, soprattutto quelle al litio. Poiché la produzione e lo smaltimento delle batterie hanno un impatto ambientale non trascurabile, è importante dimensionare con attenzione la quantità di accumulo da installare, basandosi sui reali bisogni e su un uso efficiente dell’energia. Nelle Comunità Energetiche Rinnovabili è possibile inserire sistemi di accumulo, ma una corretta ottimizzazione dell’energia scambiata (autoconsumo collettivo) può contribuire a rendere meno necessario il ricorso alle batterie.

ARERA

ARERA è l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ed opera a livello nazionale. Si occupa di garantire che i servizi di energia elettrica, gas, acqua e rifiuti funzionino in modo efficiente, sicuro e a condizioni eque per tutti. Per il settore energetico, ARERA stabilisce le regole di funzionamento dei mercati energetici, tutela i diritti delle persone e promuove lo sviluppo di nuovi modelli come le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Attraverso le sue decisioni, contribuisce a indirizzare il sistema energetico italiano verso una maggiore sostenibilità, partecipazione e trasparenza. L’ARERA supervisiona e aggiorna alcune delle condizioni economiche che costituiscono l’incentivo alle CER (Tariffa Premio).

Autoconsumo individuale (o fisico)

L’autoconsumo individuale (detto anche fisico) lo realizza solo un soggetto prosumer che possiede un impianto di produzione di energia nello stesso luogo in cui consuma energia.

L’autoconsumo individuale è la quota di energia prodotta e solo da lui immediatamente utilizzata. Il riferimento temporale è la combinazione oraria (quartoraria!) tra produzione e consumo.  In questo modo il prosumer non preleva elettricità dalla rete nazionale e ciò costituisce un risparmio netto alla sua spesa energetica poiché l’autoconsumo individuale non viene conteggiato in bolletta. Dell’energia prodotta avanzata, il prosumer può decidere di conservarla (accumulo) o immetterla in rete e venderla. Se il prosumer fa parte di una configurazione CACER (CER o Gruppi AUC), può decidere di immetterla in rete e contemporaneamente metterla a disposizione degli altri membri della CER; in questo modo mantiene il suo personale guadagno dalla vendita e quando gli altri membri della CER consumano esattamente l’energia che il prosumer sta condividendo, ciò diventa l’autoconsumo collettivo (o virtuale).

Autoconsumo collettivo (o virtuale)

L’autoconsumo collettivo (detto anche virtuale o «energia scambiata» o «energia condivisa») si realizza solo all’interno di una configurazione CACER (una CER o un Gruppo AUC).

Equivale alla quota di energia prodotta dall’insieme di tutti gli impianti rinnovabili della CER che viene immediatamente autoconsumata dai membri della CER. Si definisce “virtuale” perché non necessita di nuovi allacciamenti alla rete o altre infrastrutture, ma viene calcolato confrontando ciò che il contatore di ciascun impianto e ciascun membro della CER misura ogni ora (o quarto d’ora!).

La normativa italiana prevede un incentivo economico detto Tariffa Premio che si applica proprio alla quota di energia misurata e calcolata come autoconsumo collettivo. L’incentivo è erogato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) che verifica anche se la configurazione possiede tutti i requisiti richiesti. L’incentivo economico costituisce un guadagno per la CER che, in relazione alla governance condivisa tra i membri e definita nel Regolamento o Statuto, decide come disporre del beneficio economico ottenuto. Tra gli obiettivi di una CER vi è quindi quello di massimizzare l’autoconsumo collettivo, ottimizzando la contemporaneità oraria tra la produzione degli impianti e il consumo dei diversi membri della CER.

Gruppi di AUtoconsumo Collettivo (AUC)

La configurazione Gruppo di  AUtoconsumo Collettivo (AUC)  è costituita da un gruppo di persone residenti nello stesso edificio – un condominio – che su base volontaria decidono di produrre, condivide e autoconsumare ’energia prodotta da uno o più impianti da fonti energetiche rinnovabili nelle vicinanze o sull’edificio stesso. L’ energia autoprodotta può essere utilizzata per le aree comuni (ascensore, illuminazione, irrigazione) e dai singoli appartamenti o uffici. Ogni utente mantiene il proprio contratto individuale con il fornitore (venditore) di energia, ma può beneficiare della autoproduzione locale e della condivisione dell’energia.  Essendo tra le configurazioni CACER, la AUC possono accedere all’ incentivo economico (Tariffa Premio) per la valorizzazione economica dell’energia condivisa (autoconsumo collettivo) tra i soggetti della configurazione.  Ad oggi, per realizzare una configurazione AUC è necessario costruire almeno un nuovo impianto rinnovabile, fino a 1 megawatt di potenza, associarsi e registrarsi al Gestore dei Servizi Energetici (GSE). La forma giuridica per associarsi in un gruppo AUC è snella e può consistere in un contratto di diritto privato tra i soggetti, i cui rapporti possono essere regolati anche da un verbale di delibera assembleare, nel caso di condomini.

Autoproduzione

L’autoproduzione è la generazione di energia da parte di un soggetto ( persona fisica, ente o impresa) o un insieme di soggetti (ad esempio una CER),  per soddisfare in tutto o in parte il proprio fabbisogno energetico. L’ autoproduzione può avvenire attraverso impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili (FER) come il fotovoltaico o l’ eolico. L’energia autoprodotta può essere immediatamente autoconsumata sul momento, quando  la produzione dell’impianto coincide nel tempo con la domanda di energia del consumatore, può essere accumulata, tramite sistemi di accumulo , per essere utilizzata  di notte o durante i momenti di maggiore richiesta (picchi di consumo), oppure può essere immessa sulla rete nazionale, e venduta  al Gestore dei Servizi Energetici (GSE)  o direttamente al mercato elettrico.

Autosufficienza energetica

L’autosufficienza energetica è un concetto utilizzato per esprimere la capacità di una  famiglia, un’azienda o addirittura un intero territorio ad autoprodurre  da sé l’energia di cui necessita , riducendo così l’acquisto di energia prelevata dalla rete e dal punto di vista del sistema elettrico nazionale, riducendo la dipendenza dai mercati esteri . La totale autosufficienza energetica (e quindi l’ipotetica totale indipendenza dalla rete nazionale) è molto difficile da raggiungere, anche per ragioni di sicurezza dell’approvvigionamento. E’ però possibile raggiungere elevati livelli di autosufficienza incrementando l’autoproduzione da fonti di energia rinnovabile, come il fotovoltaico e l’eolico, riducendo il consumo di energia e usando in modo intelligente ed efficiente il fabbisogno necessario , anche attraverso la condivisione dell’energia all’interno di nuove configurazioni energetiche, come le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) .

Bilanciamento di rete

L’intera  rete elettrica nazionale deve essere sempre in equilibrio: tutta l’energia prodotta o acquistata dall’estero immessa in rete deve bilanciarsi con quella prelevata dai consumatori connessi, altrimenti si rischiano problemi come cali di tensione o blackout. Questo equilibrio è essenziale per mantenere stabile la frequenza della rete, che in Europa è fissata a 50 Hz. Anche piccole deviazioni da questo valore possono causare problemi, pertanto è fondamentale che la produzione e il consumo di energia siano costantemente bilanciati. Per questo, in Italia esiste un unico soggetto (Terna) responsabile del bilanciamento  che controlla costantemente i flussi e interviene se serve: può chiedere a una centrale di produrre di più, a un impianto rinnovabile di rallentare, o a certi utenti di consumare meno energia. Il bilanciamento della rete è oggi sempre più importante,  per la progressiva elettrificazione dei consumi finali e per l’incremento dei sistemi diffusi e decentralizzati di produzione da  fonti energetiche rinnovabili,  che si caratterizzano per discontinuità e incertezza della produzione, come nel caso del fotovoltaico e dell’eolico..

Cabina primaria

La cabina primaria è un nodo fondamentale della rete elettrica: è il punto in cui l’energia ad alta tensione, proveniente dalla rete di trasmissione nazionale (gestita da Terna), viene trasformata in media e/o bassa tensione dal distributore di energia responsabile del servizio locale. Ogni cabina primaria serve un’area geografica definita, spesso corrispondente a un comune o a una parte di esso.

Per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), la cabina primaria costituisce un requisito tecnico: la normativa stabilisce che i punti di connessione alla rete (POD) dei membri e degli impianti di una CER devono essere connessi alla stessa cabina primaria per far parte della stessa configurazione energetica. Questo vincolo  serve a garantire che la produzione da fonti energetiche rinnovabili venga condivisa su scala locale, riducendo le perdite di rete, facilitandone la gestione e incentivando l’autoconsumo collettivo di prossimità.

Cittadinanza energetica

La cittadinanza energetica è il diritto e la possibilità per le persone di partecipare attivamente al sistema energetico, non solo come consumatori, ma anche come produttori e prosumer, gestori e decisori. Significa avere voce in capitolo su come viene prodotta, distribuita e utilizzata l’energia, promuovendo modelli più democratici, trasparenti e locali. I cittadini possono esercitare questa forma di partecipazione attraverso pratiche come l’autoproduzione da fonti energetiche rinnovabili, l’adesione a Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), o l’investimento in progetti collettivi. La cittadinanza energetica rafforza il legame tra energia, territorio e comunità, contribuendo a una transizione ecologica più equa e condivisa.

Comunità energetica rinnovabile (CER)

Una Comunità Energetica Rinnovabile è un gruppo di cittadini, enti o imprese che tramite l’adesione volontaria ad uno Statuto, collaborano per autoprodurre, condividere e autoconsumare energia rinnovabile a livello locale. Chi aderisce deve essere intestatario di un contratto di fornitura dell’energia elettrica e quindi di un punto di connessione alla rete POD, che risulti già collegato alla stessa cabina primaria a cui fa riferimento la CER. Ogni utente, che sia un semplice consumatore o un prosumer, mantiene il suo diritto di cliente finale  e sceglie liberamente il suo fornitore (venditore) di energia.

L’obiettivo di una CER non è il profitto, ma creare benefici per i membri e per il territorio: produrre da fonti energetiche rinnovabili locali, ridurre le emissioni di CO2, aumentare e l’autosufficienza energetica.

Essendo tra le configurazioni CACER, le CER possono accedere a incentivi statali, contributi a fondo perduto e beneficiare di altre agevolazioni fiscali. L’ incentivo economico (Tariffa Premio) è stato appositamente creato per valorizzare l’energia condivisa (autoconsumo collettivo) tra i soggetti della configurazione che rispettano i requisiti.

Ad oggi, per realizzare una CER è necessario costituire un’organizzazione formale, dotata di Statuto con regole condivise e trasparenti, costruire almeno un nuovo impianto rinnovabile fino a 1 megawatt di potenza e registrarsi al Gestore dei Servizi Energetici (GSE).  La governance della CER è definita dai membri stessi e dovrebbe ispirarsi ai principi democratici di partecipazione, trasparenza, giustizia e inclusione sociale.

Comunità energetica rinnovabile solidale (CERS)

La  Comunità Energetica Rinnovabile Solidale (CERS) di Mirafiori si riconosce nel Manifesto delle CERS italiane del 23 marzo 2025, considerando la pratica di condivisione dell’energia, intesa quale Bene Comune, un potente volano per lo sviluppo sociale locale.

Infatti, oltre ai benefici dal punto di vista energetico, ambientale ed economico, le CERS perseguono finalità sociali e solidali, indirizzando le scelte di gestione dell’energia a beneficio delle persone in povertà energetica o realizzando investimenti in ambito sociale nella comunità di riferimento.

In particolare, CERS Mirafiori si impegna a contrastare la povertà energetica, includendo tra i propri membri famiglie o soggetti in difficoltà economica,  costituendo un fondo dedicato a partire dagli incentivi statali di cui può beneficiare.

Le CERS possono contribuire a formare e rafforzare le relazioni tra cittadini e il senso di appartenenza alla Comunità. Infatti, si preferiscono forme giuridiche quali Associazioni e Cooperative, a garanzia di una reale partecipazione e inclusione di tutti. L’adozione di una governance della CERS partecipata è mossa dalla volontà di definire politiche e interventi che possano rispondere alle specifiche esigenze e condizioni locali emerse dalla comunità stessa.

Le CERS possono rappresentare un prezioso esercizio e strumento di cittadinanza attiva:

stimolando i partecipanti ad assumere il ruolo di attori consapevoli, inducendo l’adozione di comportamenti e consumi più responsabili e predisponendo forme di solidarietà ed economie di condivisione, a partire da soluzioni come l’autofinanziamento degli impianti, fino alla creazione di filiere locali energetiche o relative ad altri settori.

Configurazione energetica

Una configurazione energetica indica una precisa modalità con cui soggetti consumatori di energia e/o prosumer possono organizzarsi tra loro. Esistono diverse tipologie di configurazioni energetiche, e per ciascuna la legge italiana definisce alcuni requisiti minimi da rispettare.  Questi requisiti comprendono: le caratteristiche degli utenti  partecipanti,le forme di aggregazione e governance, la tipologia degli impianti di produzione,  la localizzazione dei punti di connessione alla rete (POD) rispetto alla rete elettrica nazionale.  Per ogni configurazione ammessa dalla legge, sono state definite precise regole tecniche e amministrative  che, se rispettate, consentono  l’accesso a  incentivi economici o agevolazioni fiscali dedicate.

Nel recepire le nuove Direttive Europee, la normativa italiana ha introdotto la possibilità di condividere energia tra soggetti diversi ed ha ampliato il ventaglio di configurazioni energetiche ammesse, definendo le nuove configurazioni CACER.

Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione di Energia Rinnovabile (CACER)

Le Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione di Energia Rinnovabile, note con l’acronimo CACER, sono modalità di organizzazione introdotte dalla normativa italiana per permettere a diversi soggetti di condividere energia rinnovabile prodotta a livello localee.  Per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini e la diffusione di impianti da fonti rinnovabili , per ciascun tipo di configurazione CACER, la legge  prevede  incentivi economici dedicati (Tariffa Premio). .  Tra le diverse configurazioni energetiche ammesse nell’elenco CACER, le principali sono i Gruppi di AUtoconsumo Collettivo (AUC)  e le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).

Consumatore

Il soggetto consumatore è un qualsiasi utente con un fabbisogno energetico per svolgere le sue attività di vita, lavoro, tempo libero, presso un’abitazione o un immobile (sia esso un negozio, un’azienda, un ufficio, ecc.), o un servizio (illuminazione pubblica). Per questo, il consumatore è intestatario di un contratto di fornitura di energia elettrica, stipulato con il fornitore (venditore) di energia, responsabile della fatturazione (bollette). Ogni fornitura è identificata dal codice POD (punto di connessione alla rete) e l’energia di cui necessita il consumatore è prelevata dalla rete elettrica nazionale e viene misurata da un contatore, gestito dal distributore di energia locale. L’energia consumata viene pagata dal consumatore secondo le condizioni contrattuali, determinate dal fornitore a condizioni di mercato e in parte, regolate dall’ARERA.

Contatore

Il contatore è un dispositivo elettronico che misura l’energia prelevata dalla rete elettrica nazionale. Solitamente è collocato nei pressi dell’abitazione dell’utente che ha attiva una fornitura di energia, identificata dal codice POD, e un contratto con il fornitore (venditore) di energia. I contatori più diffusi sono quelli elettronici che misurano il consumo suddividendolo in 3 fasce orarie (F1-F2-F3), come indicato in bolletta. Ad oggi, i distributori di energia locali, soggetti responsabili del servizio di misura, sono impegnati nella sostituzione con contatori 2.0 di nuova generazione che sono in grado di misurare il prelievo dalla rete ogni quarto d’ora.

Il contatore bidirezionale  misura l’energia elettrica in entrambe le direzioni: quella prelevata  dalla rete (relativa al consumo dell’utente consumatore) e quella immessa nella rete dal prosumer (relativa alla produzione dell’impianto, quando presente). È fondamentale nei casi in cui si produce  da fonti energetiche rinnovabili, ad esempio con impianti  fotovoltaici, perché permette di sapere quanta dell’ energia auto prodotta viene autoconsumata  e quanta viene immessa in rete.. Il contatore bidirezionale è installato dal distributore di energia locale  e sostituisce il contatore tradizionale quando si attiva un impianto di produzione.

Decarbonizzazione

La decarbonizzazione dei sistemi energetici è il processo di riduzione progressiva di un sistema di produzione e consumi energetici delle attività umane, basato su fonti fossili che generano  emissioni di gas climalteranti, in particolare emissioni di ’anidride carbonica (CO₂). Nonostante il nome possa far pensare a un semplice “abbandono del carbone”, il termine indica in realtà un insieme ampio di azioni la dismissione di  combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), la riduzione dei consumi finali, l’efficienza  energetica, lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, l’elettrificazione dei consumi, l’innovazione tecnologica e anche cambiamenti nei comportamenti individuali e collettivi. L’obiettivo della decarbonizzazione si applica ad altri processi e sistemi, come ad esempio il settore dei trasporti, e costituisce una strategia generale e condivisa a livello mondiale nel processo di transizione energetica e di  lotta al cambiamento climatico.

Efficienza energetica

L’efficienza energetica è una delle strategie della transizione energetica che persegue l’obiettivo di riduzione dei consumi finali. Consiste nell’aumentare la capacità di un sistema,impianto, dispositivo o apparecchio ad usare meno o meglio l’energia per ottenere lo stesso risultato e funzionamento. Significa, ad esempio, riscaldare una casa, illuminare una stanza o far funzionare un elettrodomestico consumando meno elettricità, senza rinunciare al comfort o alle prestazioni. Migliorare l’efficienza energetica vuol dire ridurre gli sprechi, abbassare i costi in bolletta e diminuire le emissioni di CO2. Si può ottenere attraverso il ricorso a tecnologie più performanti, come la sostituzione di apparecchi a più elevate prestazioni energetiche (classi), o l’investimento in interventi di riqualificazione energetica degli edifici e degli impianti, o nell’efficientamento dei sistemi e dei processi produttivi, ad esempio con il recupero del calore di scarto e la cogenerazione. Allo stesso modo, anche la maggiore consapevolezza dei propri usi energetici e la conoscenza di buone pratiche nei consumi può contribuire ad un uso più razionale dell’energia. L’efficienza è un pilastro della transizione ecologica ed è spesso la prima azione consigliata per ridurre l’impatto ambientale legato all’energia. Tuttavia, se non accompagnata da un uso consapevole, può portare all’ ”effetto rebound”, ovvero quando l’energia risparmiata viene reinvestita in nuovi consumi, annullando o riducendo i benefici ottenuti.

Elettrificazione

L’elettrificazione è il processo con cui si sostituiscono tecnologie e attività che per funzionare usano calore prodotto dalla combustione di fonti fossili con soluzioni alimentate da energia elettrica. E’ necessario però prestare attenzione alle fonti energetiche con cui l’energia elettrica viene prodotta: infatti, per essere considerato un  processo chiave della transizione energetica, l’energia elettrica dei nuovi sistemi elettrificati deve essere prodotta quanto più possibile da fonti energetiche rinnovabili . Rientrano in questo processo, ad esempio, la sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore elettriche, usate come generatori per la climatizzazione degli edifici, oppure il passaggio dalle auto a benzina ai veicoli elettrici. L’elettrificazione è una strategia centrale per la decarbonizzazione dei sistemi economici, perché contribuisce a ridurre le emissioni di CO₂ e incrementare l’efficienza energetica. Tuttavia,  esistono dei settori,  cosiddetti “hard to abate”, come l’industria pesante, il trasporto aereo o marittimo, in cui l’elettrificazione è tecnicamente complessa o molto costosa.

Emissioni di CO₂

Le emissioni di CO₂ consistono nel rilascio in atmosfera di anidride carbonica, uno dei principali gas responsabili del riscaldamento globale. La CO₂ viene emessa soprattutto quando si bruciano combustibili fossili, come petrolio, carbone e gas, per produrre energia, muovere veicoli o alimentare processi industriali. Anche attività come la deforestazione contribuiscono ad aumentare la presenza di CO₂ nell’aria. Ridurre queste emissioni è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici e mantenere l’aumento della temperatura globale entro i limiti di sicurezza (+ 2°C max ). Per questo motivo si parla di transizione energetica, cioè il passaggio da un sistema basato su fonti fossili a uno fondato su fonti energetiche rinnovabili, più pulite e sostenibili. Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) prendono  parte a questo cambiamento, perché promuovono esclusivamente la produzione locale e condivisa di energia da fonti rinnovabili, contribuendo concretamente alla riduzione delle emissioni di CO₂.

ENEA

ENEA è l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Si tratta di un ente pubblico di ricerca che opera in vari settori, tra cui l’efficienza energetica, le fonti energetiche rinnovabili, la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica. ENEA fornisce studi, supporto tecnico-scientifico e strumenti pratici a cittadini, imprese e istituzioni per promuovere un uso più intelligente e sostenibile dell’energia. È anche uno degli attori di riferimento nell’attuazione delle politiche energetiche nazionali ed europee. Il cittadino che beneficia dei bonus statali per interventi di risparmio energetico (Ecobonus) e/o utilizzo di fonti di energia rinnovabile (Bonus casa) è tenuto a interfacciarsi con l’ENEA per la comunicazione e verifica degli interventi ammessi agli incentivi e le detrazioni fiscali previste.

Eolico

L’eolico è una fonte di energia rinnovabile che sfrutta la forza del vento per generare elettricità, attraverso turbine con grandi pale rotanti. Quando il vento soffia, fa girare le pale, mettendo in moto un generatore che produce energia elettrica. Si tratta di una tecnologia pulita, perché non produce emissioni di CO₂, né altri inquinanti durante il funzionamento. Sebbene la scelta relativa a dove collocare questi impianti sia spesso al centro di proteste e conflitti locali, legati a questioni paesaggistiche e ambientali, sono sempre di più le soluzioni tecnologiche disponibili che garantiscono un basso impatto ambientale sugli ecosistemi presenti, ma è fondamentale il coinvolgimento e la  partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali.

L’energia eolica è uno degli elementi centrali della transizione energetica, cioè del passaggio da un sistema energetico nazionale basato su fonti fossili a uno basato principalmente su fonti energetiche  rinnovabili. In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) prevede di raddoppiare la potenza eolica installata entro il 2030, puntando su impianti sia a terra che in mare (offshore), riconoscendo tale fonte FER, insieme al fotovoltaico, tra quelle maggiormente disponibili sul territorio nazionale.

Energy Service Company (ESCo)

Una ESCo (Energy Service Company) è una società specializzata che offre servizi per migliorare l’efficienza energetica di edifici, imprese o impianti. Il suo ruolo è proporre e realizzare interventi che riducono i consumi energetici, come ad esempio la riqualificazione di impianti, l’installazione di tecnologie efficienti o l’ottimizzazione dei consumi. Spesso la ESCo finanzia direttamente gli interventi che propone, ripagandosi con una parte del risparmio ottenuto nel tempo dal cliente. In questo modo, chi si affida a una ESCo può realizzare un intervento di  efficienza energetica senza un investimento iniziale diretto.

Con l’avvento delle configurazioni CACER, le ESCo stanno ampliando i loro servizi in questo ambito,  facilitando la nascita di CER supportando l’investimento iniziale del nuovo impianto di produzione da fonte energetiche rinnovabilie. Ciononostante, è   importante che il ruolo della ESCo sia di supporto e non sostitutivo della governance della CER. Infatti, alcune ESCo  si stanno orientando verso modelli “chiavi in mano”, in cui progettano, finanziano, realizzano e avviano una Comunità Energetica Rinnovabile per poi offrire la configurazione già strutturata a cittadini, enti o imprese, che possono entrarvi come membri. Questo approccio può essere utile per accelerare la diffusione delle CER, ma se non è ben regolato, può trasformare le CER in semplici servizi gestiti dall’esterno, snaturandone i principi di partecipazione, autonomia locale e governance democratica.

Garanzia di origine

La garanzia di origine è un certificato elettronico che attesta che una determinata quantità di energia elettrica – solitamente un megawattora – è stata prodotta da fonti energetiche rinnovabili. Questo certificato viene rilasciato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e può essere venduto separatamente dall’energia stessa, permettendo ai consumatori di acquistare energia “verde” anche se quella effettivamente ricevuta dalla rete proviene da diverse fonti. È uno strumento pensato per dare trasparenza al mercato e incentivare la produzione da rinnovabili.

Tuttavia, come ogni sistema di certificazione, ha dei limiti. Ad esempio, il fatto che la garanzia sia scorporata dall’energia fisica comporta che un’azienda possa acquistare certificati verdi e continuare a utilizzare energia da fonti fossili, senza modificare concretamente i propri comportamenti energetici. Inoltre, la compravendita internazionale di garanzie può portare a distorsioni del mercato, dove l’attribuzione “rinnovabile” dell’energia consumata non corrisponde sempre alla realtà locale della produzione. Per questo motivo, le garanzie di origine sono utili ma non sufficienti da sole a garantire una vera transizione energetica.

Gestore dei Servizi Energetici (GSE)

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) è una società per azioni interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il compito di promuovere lo sviluppo sostenibile in Italia attraverso la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Il GSE gestisce e assegna gli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, come la Tariffa Premio, destinata alle configurazioni energetiche CACER (come le CER e i Gruppi AUC) inoltre, si occupa di verificare i requisiti minimi e rilascia certificazioni come le Garanzie di Origine, che attestano la provenienza rinnovabile dell’energia elettrica. Infine, supporta cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni nella realizzazione di progetti energetici sostenibili, offrendo assistenza tecnica e amministrativa.

Distributore di energia

Il distributore di energia  è il soggetto responsabile della gestione tecnica della rete elettrica locale, cioè dell’infrastruttura che distribuisce l’energia ai consumatori. In Italia esistono due livelli principali: la rete di trasmissione nazionale ad altissima e alta tensione, e la rete di distribuzione locale. Della prima di occupa un unico soggetto (Terna), della seconda se ne occupano i distributori locali, che in Italia sono  circa  130.Il distributore si occupa della rete a media e bassa tensione, quella che arriva direttamente nelle case, nelle imprese e negli edifici pubblici. Il gestore di rete garantisce il buon funzionamento del sistema elettrico, l’equilibrio tra domanda e offerta, l’accesso alla rete per nuovi impianti e la qualità del servizio. È anche il soggetto che installa e gestisce i contatori elettrici e che si occupa di realizzare nuovi punti di connessione (POD), come nel caso di  soggetti prosumer che installano nuovi impianti di  produzione  da fonti energetiche rinnovabili. Il distributore di energia è un soggetto diverso dal fornitore (venditore) di energia e non si occupa della bollettazione, né dei contratti di fornitura. Il consumatore o prosumer non può scegliere il distributore di energia, poiché tale soggetto opera in regime di concessione sulla porzione di rete elettrica locale.

Fornitore (venditore) di energia

Il fornitore (o venditore) di energia è il soggetto responsabile della vendita di energia elettrica al consumatore finale e della fatturazione (bollette). Ogni consumatore che necessita di una fornitura di energia elettrica presso la sua abitazione o luogo di lavoro, deve stipulare un contratto di fornitura dell’energia con un fornitore di energia, operante sul mercato. Ogni fornitura è identificata dal codice POD (punto di connessione alla rete) e l’energia di cui necessita il consumatore è prelevata dalla rete elettrica nazionale e viene misurata da un contatore, gestito dal distributore di energia locale.
Il consumatore è libero di scegliere il proprio fornitore (o venditore) di energia in base all’offerta e alla convenienza delle condizioni contrattuali. Anche all’interno di una configurazione CACER (CER o AUC), ogni membro, che sia un semplice consumatore o un prosumer, mantiene il suo diritto di cliente finale  e sceglie liberamente il suo fornitore (venditore) di energia. Per questo motivo, la partecipazione ad una CER non comporta una variazione della spesa energetica in bolletta. Ciò può avvenire a seguito di altre iniziative, attuabili anche all’interno della CER o promosse dai membri della stessa, come ad esempio la creazione di un gruppo di acquisto collettivo per spuntare condizioni economiche favorevoli, eventualmente in aggiunta alla scelta di un fornitore con garanzia di origine.

Governance della CER

La governance di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è l’insieme delle regole, degli strumenti e dei meccanismi che definiscono come viene gestita la comunità, chi prende le decisioni e come vengono distribuiti i benefici. Ogni CER deve adottare una forma giuridica autonoma, come un’associazione o una cooperativa, e avere uno statuto chiaro e trasparente. La governance serve a garantire che tutti i membri partecipino attivamente e in modo democratico, secondo i principi di apertura, equità e condivisione. Un buon sistema di governance permette alla comunità di funzionare in modo efficace, prevenire conflitti interni e valorizzare il contributo di ciascun partecipante.

Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)

Le fonti energetiche rinnovabili, dette anche FER, sono quelle fonti di energia considerate sostenibili perché inesauribili (energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e il moto ondoso) oppure in grado di rigenerarsi con la stessa velocità con la quale vengono consumate dall’uomo (biomassa, biogas) . A differenza dei combustibili fossili, le FER non rilasciano emissioni di CO₂ durante la produzione di energia e hanno quindi un impatto ambientale molto più basso. Per questo motivo sono considerate centrali nella transizione energetica, cioè nel passaggio verso un sistema energetico più pulito e sostenibile. Le FER sono anche alla base del funzionamento delle Comunità Energetiche Rinnovabili.

Fotovoltaico

Il fotovoltaico è una tecnologia che permette di trasformare la luce del sole in energia elettrica, grazie a materiali semiconduttori contenuti nei pannelli solari. Quando la luce colpisce questi materiali, genera un flusso di elettroni, producendo elettricità in modo pulito e silenzioso. È una delle fonti energetiche rinnovabili più diffuse e accessibili, utilizzabile sia su piccola scala, ad esempio sui tetti delle abitazioni, sia in grandi impianti a terra.

Il fotovoltaico gioca un ruolo centrale nella transizione energetica, perché consente di produrre energia senza emissioni di CO₂ e con costi sempre più competitivi. Secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), l’Italia punta a triplicare la potenza fotovoltaica installata entro il 2030, passando da circa 25 GW a oltre 70 GW, riconoscendo tale fonte FER, insieme all’eolico, tra quelle maggiormente disponibili sul territorio nazionale Visto che la produzione da solare fotovoltaico è per sua natura discontinua e variabile, può essere  affiancata a sistemi di accumulo per garantire una fornitura più stabile e continua.

Impianto condiviso

Un impianto condiviso è un impianto per la produzione di energia, solitamente da fonti energetiche rinnovabili, di proprietà o a disposizione di più soggetti . Invece di avere ciascuno il proprio impianto, i partecipanti decidono di co-investire nella realizzazione dell’impianto e di co-utilizzare  l’energia prodotta, secondo criteri prestabiliti. La logica della condivisione della proprietà, delle spese di investimento o di gestione, dell’utilizzo di  impianti condivisi può associarsi all’istituzione delle configurazioni energetiche CACER, basate sul concetto di ’autoconsumo collettivo, come le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) o i Gruppi di AUtoconsumo Collettivo (AUC). Esistono diversi modelli di collettivizzazione e condivisione degli impianti che vanno regolati in relazione al modello di governance della CER affinchè permettano il reale  abbattimento dei costi individuali, il miglioramento dell’efficienza energetica e la  collaborazione tra cittadini, enti e imprese . Gli impianti condivisi possono essere installati su tetti condominiali, aree pubbliche o spazi privati messi a disposizione della collettività.

Incentivi

Gli incentivi sono strumenti economici messi a disposizione dall’Unione Europea (PNRR), dallo Stato, da enti pubblici (Regioni) per favorire la produzione, l’uso e la condivisione di energia da fonti energetiche rinnovabili, oppure per promuovere interventi di ’efficienza energetica. Gli incentivi economici sono spesso erogati previa verifica dei requisiti necessari all’accesso. Inoltre possono consistere in: 1) un contributi a fondo perduto per i costi di investimento iniziali, come ad esempio il contributi PNRR destinato a comuni sotto i 50.000 abitanti che  coprono fino al 40% della realizzazione di  impianti FER all’interno di una Comunità Energetica Rinnovabile; 2)  una tariffa incentivante (Tariffa Premio) per la valorizzazione economica dell’autoconsumo collettivo generato all’interno di una configurazione CACER (Comunità Energetiche Rinnovabili e Gruppi di Autoconsumo Collettivo) erogata per la durata di 20 anni; 3) agevolazioni e detrazioni fiscali per interventi di efficientamento e risparmio energetico (Ecobonus) e/o utilizzo di fonti di energia rinnovabile (Bonus casa)

Inverter

L’inverter è un dispositivo fondamentale negli impianti fotovoltaici e in altri sistemi di produzione da fonti energetiche rinnovabili. La sua funzione principale è trasformare la corrente continua, generata dai pannelli solari, in corrente alternata, che è il tipo di energia utilizzato normalmente nelle case, nelle aziende e nelle reti elettriche. Senza l’inverter, l’energia prodotta non sarebbe compatibile con la maggior parte degli apparecchi elettrici. Esistono inverter di varie taglie e tecnologie, alcuni dei quali integrano anche funzioni di monitoraggio, sicurezza e ottimizzazione dei consumi.

kW - chilowatt -

Il kW, che sta per chilowatt, è un’unità di misura della potenza, cioè della quantità di energia che un dispositivo  è in grado di generare, trasformare o utilizzare in un determinato istante. Il kW non indica quanta energia viene consumata o prodotta nel tempo, ma con quale intensità. Solitamente è utilizzato per indicare la potenza nominale di un impianto di produzione, in situazioni standard di funzionamento. Per misurare il consumo o la produzione su un certo periodo si usa invece il kWh (chilowattora), che rappresenta l’energia totale consumata o prodotta nell’arco di tempo considerato.

kWh - chilowattora

Il kWh, che sta per chilowattora, è un’unità di misura dell’energia. Indica quanta energia viene consumata o prodotta in un’ora da un dispositivo che per funzionare necessita di  una potenza di 1 kW. Ad esempio, se un forno da 2 kW resta acceso per un’ora, consuma 2 kWh, se resta acceso 10 ore ne consuma 20.

A differenza del kW, che misura la potenza istantanea, il kWh misura l’energia nel tempo.

Il kWh è usato comunemente per misurare i consumi elettrici in bolletta, misurati appunto dal contatore, nell’arco temporale considerato (ore, giorni, mesi, anno). La stessa unità di misura è usata  per indicare la quantità di energia generata da un impianto di produzione , come il fotovoltaico o l’eolico, in un certo periodo di tempo.

Mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile consiste in un diverso approccio a i sistemi di trasporto e spostamento di persone e merci, che pone obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale, sociale ed economico del settore. Significa promuovere e realizzare politiche che danno maggiore spazio alla mobilità attiva e condivisa,  come il trasporto pubblico , la bicicletta, gli spostamenti  a piedi o con veicoli leggeri elettrici, specialmente in ambienti urbani. Ciò comporta  ripensare l’organizzazione delle città e delle infrastrutture, per rendere gli spostamenti più efficienti, accessibili e sicuri per tutti. La mobilità sostenibile è un elemento chiave della transizione ecologica e contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria, alla riduzione del traffico, alla ridistribuzione dello spazio pubblico  e al benessere delle persone.

POD Punto di connessione alla rete

Il  POD è  il punto fisico di connessione alla rete elettrica nazionale di  un qualsiasi impianto di produzione o di un qualsiasi utente consumatore che ha attivo un contratto di fornitura. Il punto di connessione si trova nei pressi dell’’abitazione, dell’ edificio o di una  cabina elettrica (secondaria), spesso in coincidenza con il contatore. È da questo punto  che viene misurata l’energia prelevata dalla rete, necessaria al consumo o quella immessa in rete, prodotta da un impianto.

Il POD è identificato da un codice alfanumerico univoco associato all’indirizzo presso cui abita o lavora l’intestatario del contratto di fornitura dell’energia o presso cui è ubicato l’impianto. Il codice POD è sempre citato nella bolletta.

Per le configurazioni Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), la localizzazione dei POD  è un importante requisito tecnico da verificare:  i punti di connessione dei partecipanti e degli impianti devono rientrare nella stessa porzione di rete elettrica sottesa alla  stessa cabina primaria.

Offgrid

Il termine offgrid (letteralmente “fuori dalla rete”) indica un sistema energetico totalmente autonomo, che non è collegato alla rete elettrica nazionale. Chi vive o opera in modalità offgrid produce e consuma la propria energia sul posto, di solito attraverso impianti da fonti energetiche rinnovabili, spesso accompagnati da sistemi di accumulo (batterie). Questa scelta può essere dettata da necessità, come trovarsi in zone isolate o non servite dalla rete, oppure da motivazioni ecologiche e dall’intento di raggiungere la totale autosufficienza energetica (e quindi indipendenza energetica). Vivere offgrid richiede però una gestione attenta dei consumi e un dimensionamento corretto dell’impianto per garantire continuità e sicurezza dell’approvvigionamento e poco si addice a utenti energivori o a estese porzioni di territorio. Inoltre, spesso è considerato meno efficiente rispetto ad essere connessi alla rete, perché richiede capacità di produzione e accumulo superiori a quelle effettivamente necessarie, non potendo fare appoggio sulla maggiore flessibilità garantita dalla rete.

PNIEC

Il PNIEC, acronimo di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, è il documento con cui l’Italia, come ogni Stato membro dell’Unione Europea, ha definito la propria strategia di transizione energetica e climatica fino al 2030 e poi al 2050. Il piano italiano stabilisce gli obiettivi nazionali relativi alle strategie di:  riduzione delle emissioni di CO₂, aumento dell’uso delle fonti energetiche rinnovabili, miglioramento dell’efficienza energetica e lo sviluppo della mobilità sostenibile. Include anche linee di indirizzo e specifiche misure da adottare per raggiungere questi obiettivi, oltre che le stime di crescita delle diverse tecnologie, come il fotovoltaico e l’eolico.

Piano Sociale per il clima (PSC)

Il Piano Sociale per il Clima (PSC) è lo strumento con cui l’Italia definisce le misure per proteggere le famiglie e le microimprese più vulnerabili dagli effetti sociali della transizione energetica, in particolare a garanzia di una redistribuzione equa dei proventi derivanti dal sistema di tassazione delle emissioni di CO2 dai settori dei trasporti e dell’edilizia. Fa parte del Fondo Sociale per il Clima dell’Unione Europea e prevede interventi come sostegni economici, efficienza energetica, mobilità sostenibile e comunità energetiche. L’Italia riceve circa 7 miliardi di euro di fondi europei per attuare questo piano.

Povertà energetica

La povertà energetica è la condizione in cui una persona o una famiglia non riesce a soddisfare i propri bisogni energetici essenziali, come riscaldare adeguatamente la casa, cucinare, illuminare gli ambienti o usare elettrodomestici di base, a causa di redditi bassi, abitazioni poco efficienti o costi energetici troppo alti. Non è legata solo al consumo, ma anche alla qualità della vita e alla salute. Combattere la povertà energetica è un obiettivo centrale della transizione ecologica, che deve essere anche giusta e inclusiva. Le configurazioni delle  Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali (CERS) si prefiggono l’obiettivo di indivduare politiche di gestione locale dell’energia per  contrastare questo fenomeno, offrendo accesso equo all’energia pulita e sistemi di supporto alle fasce più fragili della popolazione.

Prosumer

Il prosumer è un soggetto energetico che possiede un impianto di produzione di energia, ad esempio un impianto fotovoltaico, ubicato nei pressi del luogo in cui consuma energia.  Il termine nasce dalla fusione di “producer” (produttore) e “consumer” (consumatore), e descrive il ruolo attivo del prosumer che può autoconsumare da sé l’energia che produce (autoconsumo individuale-fisico), immettere l’avanzo di produzione nella rete elettrica nazionale e venderla, immagazzinarla in un sistema di accumulo o condividerla con altri utenti all’interno di configurazioni CACER.. Il ruolo del prosumer è centrale nel processo di Transizione energetica verso un sistema  più decentralizzato, partecipativo e sostenibile.

Smart grid

La smart grid, o “rete intelligente”, è una rete elettrica che usa tecnologie digitali per monitorare, gestire e ottimizzare in tempo reale la produzione, il trasporto, la distribuzione e il consumo di energia. A differenza della rete tradizionale, che funziona in modo unidirezionale (dalla centrale al consumatore), la smart grid è interattiva e flessibile: integra fonti rinnovabili variabili, sistemi di accumulo, veicoli elettrici e utenti attivi come i prosumer. Questo tipo di rete consente di bilanciare meglio domanda e offerta (consumo e produzione), anche in tempo reale, ridurre gli sprechi, prevenire guasti e favorire una gestione più efficiente e sostenibile dell’energia. È una componente fondamentale per supportare la transizione energetica e può  facilitare una corretta gestionedelle comunità energetiche rinnovabili (CER).

In Italia la rete di trasmissione ad alta tensione, gestita da Terna, è già dotata di sistemi avanzati di monitoraggio e controllo in tempo reale, mentre la rete di distribuzione locale prevede la sostituzione con i contatori elettronici di seconda generazione 2.0, indispensabili per garantire la comunicazione dei dati  in tempo reale e l’implementazione di reti smart.

Tariffa premio

La tariffa premio è un incentivo economico statale dedicato appositamente alle configurazioni energetiche CACER. come le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) o i gruppi di autoconsumo collettivo (AUC). L’incentivo si applica ad ogni chilowattora (kWh) di autoconsumo collettivo (o virtuale) generato, ovvero alla quota di energia rinnovabile autoprodotta e condivisa all’interno della configurazione . L’incentivo viene erogato per la durata di 20 anni dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) che controlla anche il rispetto dei requisiti minimi di accesso richiesti alla configurazione. La Tariffa Premio si compone di più voci tariffarie determinate in parte dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e in parte dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).  . La tariffa premio è destinata alla configurazione, quindi all’insieme dei membri, che in relazione a quanto previsto dallo Statuto, dal Regolamento e dalle modalità di governance della CER, decidono

La Tariffa Premio è determinata in relazione alla potenza dell’impianto,alla sua localizzazione geografica e alla tipologia di configurazione (CER o AUC); inoltre, è costituita da una componente tariffaria variabile per adattare l’incentivo all’andamento del prezzo dell’energia sul mercato, evitando forti oscillazioni della Tariffa Premio.. Questa  rappresenta una forma di compenso per chi contribuisce a produrre e consumare energia rinnovabile localmente e contribuisce al bilanciamento della rete elettrica all’interno delle cabine primarie. Inoltre, è, ad oggi, uno degli strumenti chiave per rendere economicamente sostenibili i progetti di energia condivisa come le configurazioni CACER.

Terna

Terna è la società responsabile della gestione della rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione in Italia. È un operatore di rilevanza strategica, incaricato di trasportare l’energia elettrica su lunghe distanze, garantendo in ogni momento l’equilibrio tra produzione e consumo. Terna si occupa della pianificazione, manutenzione e sviluppo della rete di trasmissione e svolge un ruolo centrale nel bilanciamento della rete e del sistema elettrico, intervenendo per mantenere stabile la frequenza di rete (50 Hz). È un attore chiave nella transizione energetica, perché deve integrare in modo sicuro le fonti energetiche rinnovabili e facilitare la partecipazione di nuovi soggetti attivi, come le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) o i prosumer.

Transizione energetica

La transizione energetica è il processo di trasformazione di tutti i sistemi economici ed energetici che coinvolgono le attività umane e  che mira a ridurre le emissioni di CO₂ responsabili del cambiamento climatico.

Tra le principali strategie di transizione vi è la decarbonizzazione dei sistemi energetici che comprendere la progressiva dismissione dell’uso dei combustibili fossili e la sostituzione  con fonti energetiche rinnovabili (FER) come il sole, il vento, l’acqua o la geotermia. Altre strategie della  transizione energetica legata ai sistemi di produzione e consumo energetico, sono l’elettrificazione dei consumi finali, cioè il passaggio a tecnologie, dispositivi e apparecchi che usano energia elettrica rinnovabile al posto di gas o carburanti fossili, in settori particolarmente energivori come ad esempio nel riscaldamento e nei trasporti, ma include anche l’efficienza energetica, la digitalizzazione delle reti (smart grid), l’autoproduzione e la partecipazione attiva dei cittadini, anche tramite le nuove configurazioni energetiche  come le Comunità Energetiche Rinnovabili. La transizione energetica non è solo una sfida tecnologica, ma anche un processo di cambiamento e innovazione sociale, economica e culturale.